Gianluca Beccari artista italiano a 360 gradi: tra videoperformance, installazioni, immagini e tanto talento
Premessa: sarà banale ma è efficace!!
Premessa: sarà banale ma è efficace!!
Questa intervista e l’incontro con Gian Luca Beccari mi ha dato un motivo in più.
In questo momento di debolezza nazionale, è stimolante sapere che in Italia esistano giovani professionisti che contribuiscono in maniera innovativa, talentuosa ed intelligente allo sviluppo culturale del nostro paese e non solo.
In questo momento di debolezza nazionale, è stimolante sapere che in Italia esistano giovani professionisti che contribuiscono in maniera innovativa, talentuosa ed intelligente allo sviluppo culturale del nostro paese e non solo.
Un motivo in più per non andare.
Michela: Leggendo e indagando un po’sulle tue attività e passioni ciò che mi ha colpito è che non ho trovato un indirizzo specifico, sei, come si dice oggi, un multitasking. A questo punto della tua vita, mi chiedo, tra le tue molteplici attività che svolgi come libero professionista, quale è quella che ti si addice di più: contabile, pittore, regista, capo progetto di progetti artistici e video installazioni, specializzato in comunicazione e mass media, imprenditore e amministratore delegato di Argilla produzioni s.rl., direttore artistico, direttore di produzione, tecnico di grafica e montaggio, storico, informatico..?
Gianluca: E’ vero, le attività sono tante ma la ricerca è una sola. Sopravvivere dignitosamente!
Michela: Ciò che mi ha colpito leggendo di te, poiché è anche una mia passione, è la realizzazione di progetti di video installazioni interattive come “Grid”, quella fatta per il Palazzo delle Esposizioni nel 2007 che ti vede impegnato nelle vesti di direttore artistico e regista. Mi piacerebbe che mi parlassi di questa tua attività e di questa installazione. In cosa consisteva? O anche “Anima”, del 2011, per la Biennale di Fotografia ad Alessandria.
Gian Luca: Il tema della mostra era la percezione della velocità nel XX° secolo, il percorso espositivo iniziava con dei quadri dei futuristi e finiva con “Grid”. L’installazione è stata fatta in collaborazione con l’ufficio comunicazione dell’INFN; li ho avuto la fortuna di incontrare persone molto in gamba che hanno capito che era più importante trasmettere le loro scoperte al pubblico su un piano emozionale che non su quello nozionistico. Inoltre, parlando di velocità ho voluto inserire elementi sociologici e simbolici. Quello che attivava l’installazione era un fascio di luce che vibrava alla presenza di una persona che innescava l’installazione. “Anima” invece è ispirato ai dialoghi platonici sull’anima, Il Fedone. Ho presentato una prima performance a Londra nel 2006, poi uno spettacolo teatrale a Ravenna nel 2007 ed infine ho lavorato sugli stessi temi e sugli stessi materiali per farne una videoinstallazione alla Biennale di fotografia di Alessandria.
Si tratta di una rappresentazione del corpo e dell’anima che lo anima.
Michela: Le tue collaborazioni con Bill Viola e Vanessa Beecroft, per citarne solo alcune, avranno sicuramente segnato il tuo percorso personale e professionale. Quale è stata la tua collaborazione con questi grandi nomi dell’arte contemporanea?
Gian Luca: Non ho mai collaborato con loro ma ho solo partecipato ad una esposizione sulla video arte dove c’erano anche loro lavori. Le persone che hanno maggiormente segnato il mio percorso professionale e che ho incontrato di persona sono tre: un anziano pittore del mio paese, J. Muller regista della Fura dels Baus e P. Rosa di Studio Azzurro. Li ritengo veri maestri.
Michela: Sul sito http://www.argilla.org/ nell’ambito delle attività che svolgi, c’è riportato quanto segue: “la ricerca di Argilla Produzioni si basa sul rapporto e le relazioni tra i media del nostro tempo e il corpo sociale. Uno studio architettonico applicato all’ambiente tecnologicamente modificato.” Mi spiegheresti in parole semplici di cosa si occupa Argilla ?
Gian Luca: Argilla nasce da un flash mob nel 1998 quando non esisteva ancora la definizione… oggi è una strana società di produzioni audiovisive e multimediali che non sa quale sarà il suo destino.
La società si occupa dello studio della relazione fra i media e l’ambiente perché questo è il tema della mia tesi di laurea in scultura all’accademia delle belle arti di Bologna. Credo questo sia stato un vero e proprio diluvio universale, il diluvio dell’informazione che ha sconvolto la nostra epoca, il nostro modo di essere, il nostro modo di vivere. Esiste una relazione fra il nostro comportamento e quello che passa per i mass media. Non è certo una novità. Questo incide anche sul modo in cui noi ci percepiamo, in cui percepiamo noi stessi, il nostro stesso corpo. Tutto è regolato da regole linguistiche, di comunicazione trans-mediale che comprende tutta la produzione letteraria, performativa ed audio-visiva. Questo fenomeno può essere letto anche in chiave estetica, l’estetica del linguaggio appunto.
Tutto il sistema genera una modificazione dell’ambiente in cui viviamo e quindi possiamo parlare di architettura nel senso stretto del termine.
Inoltre l’interfaccia uomo-macchina modifica ulteriormente lo spazio in cui viviamo determinando nuovi comportamenti e nuove percezioni della realtà.
Michela: Ho capito che viaggi molto, forse per lavoro, ma vivi stabilmente in un paesino Codigoro, in provincia di Ferrara. Lo trovo un grosso contrasto. Perché questa scelta?
Gian Luca: Vedi sono fuggito dalla mia terra per quasi vent’anni prima di iniziare a prendermi alcune responsabilità e riconciliarmi con essa. Oggi per me è un rifugio protetto, il luogo da dove ripartire, una ragione per cui lottare. Come ben sai, i luoghi non sono fatti solo di terra, roccia, acqua ed alberi ma anche di tradizioni, ricordi, affetti, legami.
Michela:Sono molto curiosa. Potresti rivelarmi almeno uno dei tuoi progetti professionali artistici o non artistici a cui stai lavorando attualmente, se c’è.
Gian Luca: sto collaborando ad un progetto di Vera Uberti che vede la realizzazione di una video installazione in una mostra a S. Paolo in Brasile. In questo caso il mio contributo è come consulente tecnico artistico: descrivere l’immensità dell’oceano in 50 mq e poi presto sarò a Roma. Non posso ancora dire molto perché è un progetto in via di elaborazione, ma sarà in un posto molto grande.
1 commento:
Gian Luca Beccari è un artista di grande valore e credo che il suo valore vada ricercato nella grande capacità che ha di inserire nella sua arte una grande parte di se stesso, anche le sue contraddizioni. Questo lo rende un artista particolare, come pochi sulla scena..oserei dire "umano".
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