Gianluca
Capozzi artista, classe 1973, vive e lavora ad Avellino. Dall’età di 5 anni
disegna e si appassiona ai colori. Dopo vari ping pong, ho coniato questa
intervista. Logicamente, come in ogni intervista c’è sempre un retroscena,
spesso difficile da descrivere perché si basa su delle sensazioni. Anche in
questa occasione, la cosa che più mi è piaciuta è la spontaneità mostrata nei
suoi interventi.
Michela:Ho
visto che nei tuoi lavori c’è una combinazione di tecniche e materiali molto
interessante. Mi puoi parlare meglio di come usi questo mix?
Gianluca:
Si, oltre agli acrilici su lino, la nuova serie di lavori vede l’utilizzo di
varie tecniche, passo dalle mie foto a photoshop, includendo alcuni disegni o
parti di essi, degli oggetti o immagini prese dalle rete. Il risultato sono
delle immagini sospese tra reale e immaginario, un viaggio attraverso la
percezione.
M:
Le tue creazioni a cosa si sono ispirate e a cosa si ispirano? Nel dettaglio mi
piacerebbe sapere da dove arriva il tuo momento creativo e come si è sviluppato
nel tempo.
G:Il
mio momento creativo, l’atto artistico che vedo come un attimo prolungato,
diverso nella sua unicità, nasce naturalmente dall’osservazione della realtà, è
un presente in cui avviene come per magia un'interazione con l’universo da cui
nascono le sue tracce, il prodotto artistico. Nel corso degli anni ho fatto
varie sperimentazioni, tutte legate a diversi momenti, come una meditazione
quotidiana, diversa ogni volta e lontana dalla clonazione di un unico punto di
arrivo.
M:Ho
visto che la tua ultima mostra è stata fatta in Bulgaria. Io credo che i paesi
dell’est siano la nuova fonte di ricerca nell’arte, per noi occidentali o
soprattutto per chi è alla ricerca di nuove sperimentazioni artistiche che
escano dalla solite vie istituzionali e dai soliti nomi. Che impressione hai
avuto del loro mercato e del loro approccio all’arte?
G:Credo
che ogni paese abbia le sue unicità e caratteristiche, coca cola a parte, e
questo si riflette nell’arte, come in altre cose. Cerco di guardare il mondo
attraverso le sue diversità fisiche, naturali, e non attraverso i suoi confini
politici immaginari. Effettivamente risponderti è difficile poiché non sono
stato fisicamente in Bulgaria, nonostante la mostra fatta.
M:
Come rappresenteresti questo difficile momento storico e sociale?
G:
La nostra società è fondata sull'aggressività, sulla competizione, sull'egoismo
ed oggi viviamo un epoca dove tutti gli errori sono molto visibili.
Io definirei questo momento storico il prodotto di questo errore.
Oggi la cosa che più risalta nel dialogo tra media e persona è una costante condizione di superficiale bugia, mascherata come un simpatico burattino.
Un gregge che non ha bisogno dell'allevatore che impartisce gli ordini ma che si auto controlla come in un matrix, ormai plasmato e senza identità.
Anche nell'arte si avverte questa cosa, è molto spesso ancora il ragionamento logico a non lasciar spazio alla creatività, all'intuizione e alla presa di coscienza, consapevolezza.
Noi siamo una luce, quindi lo rappresenterei con una luce che al momento non illumina, dei fari di posizione di un automobile, accessi ma che non illuminano come potrebbero.
Io definirei questo momento storico il prodotto di questo errore.
Oggi la cosa che più risalta nel dialogo tra media e persona è una costante condizione di superficiale bugia, mascherata come un simpatico burattino.
Un gregge che non ha bisogno dell'allevatore che impartisce gli ordini ma che si auto controlla come in un matrix, ormai plasmato e senza identità.
Anche nell'arte si avverte questa cosa, è molto spesso ancora il ragionamento logico a non lasciar spazio alla creatività, all'intuizione e alla presa di coscienza, consapevolezza.
Noi siamo una luce, quindi lo rappresenterei con una luce che al momento non illumina, dei fari di posizione di un automobile, accessi ma che non illuminano come potrebbero.
M: Come l'arte secondo te può
influenzare questi aspetti attuali? Può aiutare?
G: Mostrando la realtà, quella che non ci viene fatta vedere attraverso i media.
La realtà che molte persone non vedono.
L'arte può influenzare questi aspetti attuali facendoci percepire che oltre il 5%, di cui normalmente siamo coscienti attraverso i nostri 5 sensi, c'è molto in più da aggiungere.
G: Mostrando la realtà, quella che non ci viene fatta vedere attraverso i media.
La realtà che molte persone non vedono.
L'arte può influenzare questi aspetti attuali facendoci percepire che oltre il 5%, di cui normalmente siamo coscienti attraverso i nostri 5 sensi, c'è molto in più da aggiungere.
M:Hai
progetti futuri in programma o sogni nel cassetto da realizzare??
G:
Ho alcuni progetti futuri quali una mostra collettiva curata da Raul Zamudio al
Museo Laboratorio Ex Manifattura Tabacchi di Città S’ Angelo ed una mostra
personale alla galleria Allegretti di Torino e tante altre cose in definizione. Te ne parlerò..
http://issuu.com/ gianlucacapozzi/docs/ portfolio_gianluca_capozzi_ per_via_farini
http://issuu.com/
Le
personali di Gianluca:
2013, "The Passenger"
curator: Raul Zamudio,Bulart gallery, Varna, Bulgaria.
curator: Raul Zamudio,
Palazzo Ducale, Genoa, Italy.
curator: Francesca Referza,
Velan contemporary art center, Turin, Italy.
2012, "Human Perception"
double solo exhibition with Antonello
Matarazzo curator: Massimo Sgroi,
Cenobio di S. Agostino, MAC, Caserta, Italy.
2012, "Sight"
double solo exhibition with Roberto Follesacurator: Enzo de Leonibus,
Museo Laboratorio Ex manifattura Tabacchi, Città Sant'Angelo, Italy.
Paolo Erbetta gallery, Berlin, Germany.
Warehouse gallery, Teramo, Italy.
Artra gallery, Milan, Italy.
2007, "Travel report",
curator: Alberto Mugnaini,Artra gallery, Milan, Italy.
Nessun commento:
Posta un commento